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Scipione Nàsica, Pùblio Cornèlio.

Uomo politico e generale romano, figlio di Gneo Calvo e cugino di Scipione Africano. Per decisione del Senato, che lo dichiarava optimus inter bonos (migliore tra i virtuosi), fu inviato al porto di Ostia ad accogliere il simulacro della dea Cibele, la Magna mater Idaea, che giungeva da Pessinunte (204 a.C.), primo culto straniero in Roma. Fu edile nel 196 a.C., pretore nel 194 a.C.; inviato in Spagna riportò molte vittorie sui Lusitani e sui Turdetani. Console nel 191 a.C. fu incaricato della guerra contro i Galli Boi, che sconfisse definitivamente. Roma gli decretò il trionfo. Fu apprezzato giureconsulto e durante il processo agli Scipioni era stato il difensore dell'Asiatico, benché senza successo. Il soprannome, dovuto al suo naso aquilino, rimase come cognomen a un ramo della famiglia (III-II sec. a.C.).